Piccoli uccelli sorvolano i campi coperti di neve.
Sono rumorosi. Provano fastidio.
Il loro cinguettio è irritabile e nervoso
– neve tardiva a un passo dalla primavera.
Un‘intrusa, se ne deve andare.
Solo pochi giorni e sarebbero stati zampilli di speranza.
Il sole riporterà l’ordine;
lo stanno chiamando a gran voce
e pretendono che s imponga: le cose fuori tempo non possono durare.
Un sole olimpico risponde al richiamo, salta da un nastro a una nuvola.
Rana e coniglio – Con l’aiuto del vento sbircia da un velo.
Si riscuote,
splende al culmine delle ore.
Basta un’occhiataccia tiepida e la neve comincia a svanire.
Non ferma, non muta: sgocciola e risplende. Scintilla.
Sfavilla urlando come e quando, e perché è così bella.
Spara ultime ragioni e schegge di diamanti nell’aria.
Razzi s’incrociano.
Catenelle di gocce schioccano petulanti.
Nel pomeriggio è quasi tutta svanita.
Un airone bianco cammina sul tetto dell’autorimessa e guarda a terra stupefatto.
Solo poche ore fa due cani gli abbaiavano in faccia
le loro stupidaggini,
con le zampe nella neve – stolti sempliciotti dalle insulse ragioni.
Niente è rimasto di loro, neanche le impronte.
una fine scintillante sarebbe una consolazione, il più delle volte, però, non restano nemmeno le impronte.
C’est la vie…! :&